Sarà per la serenità che trasmette, sarà perché i suoi sono brevi racconti mascherati da libri, ma ritorno a rifugiarmi in Banana Yoshimoto. Anche questa volta si ritrovano le atmosfere a lei care: una giovane adolescente, un elemento sovrannaturale appena accennato, il tema della morte. Questa volta la trama si dipana molto lentamente, ogni pagina nasconde una piccola rivelazione, e alla fine del racconto ci si scopre piacevolmente sazi e appagati. In questo caso l'impressione è di accompagnare per mano la protagonista, Yayoi, alla scoperta di se stessa, del suo passato e dei rapporti con i suoi famigliari. E sebbene il titolo rimanda ad un contento malinconico, è solo l'abito con cui si veste questo racconto soave e delicato. Un'altra chicca da aggiungere ad un "collezione", se così posso chiamare, dei libri e racconti di Banana Yoshimoto che non mi stanca mai, e a cui posso felicemente attingere grazie alla sua numerosa produzione letteraria.
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